Le onde più alte del mondo, i surfisti più spericolati, ma soprattutto le spiagge più belle: ecco dove gli amanti della tavola si recano per affrontare la furia del mare ed uscirne vittoriosi. Il surf è comunque anche un’ottima scusa per le vacanze al mare.

 

Tavola sotto il braccio e via, verso l’avventura. Le onde si infrangono in lontananza, ruggenti e spaventose, ma noi non temiamo niente. Non è la spuma del mare, né il roboante frastuono dell’acqua che si ripiega su sé stessa a farci desistere. Anche perché il più delle volte siamo solo degli spettatori. E magari non ci troviamo neanche su una spiaggia, ma di fronte al computer a guardare qualche video dei surfisti spericolati. D’accordo, alzi la mano chi fa surf. Non bluffate, se fosse così sareste già in giro per il mondo a dare la caccia all’onda perfetta. The Big One, come si direbbe in gergo. O magari siete su queste pagine proprio per avere qualche consiglio su quali sono i posti migliori al mondo per fare surf. Be’, noi non viviamo un mercoledì da leoni, ma leggiamo tanto, e teniamo in considerazione i consigli degli esperti. Mentre noi ci crogioliamo al sole delle spiagge più belle del mondo, i più belli della situazione sfidano l’ira di Nettuno cavalcandone i flutti. Ma d’altronde i luoghi più belli del mondo per fare surf non si distaccano molto da quelli più belli per stare sdraiati sull’asciugamano ad abbronzarsi, non trovate?

 

 

Nord America

Cominciamo proprio da quella che è considerata la patria del surf moderno: le isole Hawaii. Sembra che già secoli fa i polinesiani amavano cavalcare le onde. Fu però il nuotatore olimpionico Duke Kahanamoku a portare lo sport da Honolulu sulle coste australiane e statunitensi agli inizi del secolo scorso. Ritorniamo quindi alle origini sbarcando su Ohau dove onde alte nove metri aspettano solo quelli che hanno il fegato di domarle. È qui che si trova la famigerata Banzai Pipeline:  le mareggiate incontrano il reef corallino e formano onde che si ripiegano su se stesse creando dei veri e propri tubi. I surfisti più esperti si dedicano all’attività del tube riding, e attraversano l’onda al suo interno proprio mentre si sta abbattendo. Una pratica rischiosa e spesso letale che è costata la vita a molti professionisti, ma che garantisce onore e gloria a chiunque riesca con successo. La spiaggia più amata dai surfisti è Kailua Beach però anche a Maui ci si può mettere in mostra.

Il Big Wave Surfing è la disciplina che vede i più grandi cavalcare onde epiche che si possono trovare naturalmente solo al largo (altrimenti si rischierebbe uno tsunami). I surfisti si fanno trascinare dalle moto ad acqua per poi lasciarsi andare ed affrontare il proprio destino. Luogo che su tutti vede imporsi questa specialità è Mavericks, in California: creste alte 25 metri sono la manna dal cielo per i coraggiosi (o pazzi) spericolati. E qui sono state reclamate delle vite. Altro spot californiano adatto solo agli esperti è la Black’s Beach di San Diego. Onde più piccole si possono invece apprezzare nei pressi della Surfrider Beach di Malibù. Dalla West Coast alla East Coast: l’isola di Hatteras è conosciuta fin dagli anni ’70 per le onde causata dai violenti uragani, che spesso hanno causato il naufragio di molte navi. Tanto che la zona presso il faro è conosciuta come il “cimitero dell’Atlantico”. Lasciamo gli Stati Uniti e voliamo a nord: Tofino, sull’isola di Vancouver, è conosciuta come la capitale del surf in Canada. Adatta a tutti i livelli di abilità. L’unica cosa di cui si ha davvero bisogno è una tuta abbastanza spessa: il freddo può farsi davvero pungente da quelle parti.

 

 

America latina

Nei Caraibi Barbados è l’isola dei surfisti per eccellenza. Qui le diverse correnti formano onde di tutti i tipi, dando la possibilità ad esperti come a principianti di divertirsi. Sulla spiaggia di Soup Bowl ogni anno si organizza il Surf Festival, un evento di rinomanza mondiale. Altra isola caraibica dove ci si può esercitare a tutti i livelli è il Costa Rica, con la sua Tamarindo Beach: qui il rumore delle onde che si infrangono si mischia a quello delle scimmie urlatrici che vi guarderanno dall’alto dei loro alberi. Voliamo in Messico: Puerto Escondido in Italia è famosa per l’omonimo film, ma tra i surfisti è una meta ben conosciuta. Come tristemente famosa è Baja Malibu: le onde sono l’ideale per sentirsi i re del mondo per un istante, ma le acque sono inquinate e una volta caduti dalla tavola bisogna stare ben attenti a non ingoiare accidentalmente.

 

Florianópolis, affettuosamente chiamata Floripa, è una delle località balneari più popolate del Brasile. Nonché luogo preferito dai surfisti. Ci sono 42 differenti spiagge tra cui scegliere, da Barra da Lagoa, adatta ai principianti, alla più difficile Praia da Joaquina. E il bello è che si fa surf fino al tramonto, perché i party proseguono anche senza la tavola. Poco lontano dalla grande metropoli di San Paolo c’è la piccola São Francisco do Sul, dove però si tengono numerosi campionati nazionali. Se invece volete recarvi in uno spot poco visitato, la spiaggia di Montanita nell’Ecuador fa per voi. Molti la saltano per recarsi direttamente alle Galapagos, ma si tratta di uno dei luoghi più belli dove fare surf. E dove gli sportivi locali sono tra i più amichevoli, e vi inviteranno volentieri a prendere un aperitivo sulla spiaggia per rinfrancarvi dalle batoste inflitte dalle onde.

 

 

Australia e Nuova Zelanda

Non c’è nemmeno bisogno di ricordare che la costa est dell’Australia è il principale luogo di ritrovo per i surfisti: il nome dato a uno dei principali centri turistici, Surfers Paradise, non lascia molto all’immaginazione. Il reef break più popolare è sicuramente quello di Superbanks, dove grazie alle onde tubolari potreste davvero sperimentare la cavalcata della vostra vita. Gold Coast è comunque una città troppo inflazionata. Se volete surfare in un contesto più rilassato e hippy è a Byron Bay che dovete andare. Lì, tra una mareggiata e l’altra, potete rilassarvi con una schitarrata sulla spiaggia è un tranquillo caffè con la gente del posto. Una località tutta al naturale ancora non rovinata dal turismo di massa. L’alternativa più metropolitana è invece Bondi Beach: il surf assume tutto un altro sapore se sullo sfondo potete ammirare le meraviglie di Sydney.

 

In Nuova Zelanda Manu Bay, presso Raglan, è un luogo di culto per essere apparsa nel film documentario The Endless Summer, un capostipite del genere surf al cinema. Le onde vanno da uno a tre metri, ma la vera regina è l’atmosfera tutta impregnata del mito del surf: i bar e i caffè trasmettono tutti documentari sul tema, e potete goderveli mentre sorseggiate un frullato di frutta fresca, sperando magari di incontrare una delle vecchie glorie apparse nel film. Al di fuori della terraferma occorre un viaggio alle Samoa per toccare con mano gli estremi: Special K è uno spot con onde di natura media, mentre Coconuts è dove si scatena la bestia.

 

 

Asia

Diciamocelo, qua non si cerca tanto l’onda più grande, quanto la spiaggia più bella dove potersi rilassare all’ombra di una palma per ritemprarsi dalla lotta contro il dio del mare. Ciò nondimeno non mancano punti dove poter scatenare il Big Kahuna che è in sé. Se poi è anche una scusa per una vacanza alle Maldive… Ad esempio sull’isola capitale Malé si può affrontare l’onda che si crea sul reef del Sultans, anche se il rischio è alto a causa del fondale roccioso. Una delle onde più famose è quella del Pasta Point, grazie ai suoi oltre 100 metri di tube riding. Purtroppo c’è un alto prezzo da pagare: quello del Dhonveli Beach Resort, che occupa l’isola dove si trova il suddetto spot. Una singola notte da queste parti vi può costare fino a 270€!

Meglio allora ripiegare su un più economico viaggio in Thailandia. Almeno per quanto riguarda il costo della vita locale, perché i resort di Phuket non sono da meno per quanto riguarda il danno fatto al portafogli. Ma la spiaggia di Surin è un buon punto dove ergersi sulla tavola, e anche se non si tratta del posto migliore del mondo, il fascino tropicale thailandese la rende meritevole. Dove non si aspettereste mai di scorrazzare tra le onde è in Cina, un paese non proprio famoso per essere patria del surf. Ma cambierete idea quando andrete a Sanya, un rinomato centro turistico della provincia di Hainan, famoso per il suo clima tropicale: non a caso è la città più a sud della Cina. È la baia di Riyuewan è un tesoro nascosto per i surfisti in cerca di spot inesplorati.

 

Veniamo alle isole. Le spiagge di Bali sono famose quanto le loro onde, che però forse non bastano per tutti i surfisti provenienti da Australia e Hawaii. Tanto che a Kuta i locali non guardano di buon occhio gli stranieri. Meglio dirigersi a Uluwatu, dove l’atmosfera è più amichevole. Sull’isola di Siargao, nelle Filippine, il Cloud Nine è un break che crea un’onda che può decidere la morte del surfista che l’affronta a ogni secondo: basta scivolare dalla tavola per potersi rompere le ossa sugli aguzzi coralli contro cui la forza dell’acqua può scagliarvi violentemente. Le isole Mentawai, a ovest di Sumatra, rappresentano un vero e proprio paradiso per i surfisti che non devono fare altro che scegliere lo spot più bello (sembra che i migliori siano nelle isole di Pagai e Siberut). Infine la spiaggia di Fulong, con le sue onde spericolate, rappresenta sicuramente uno dei tanti buoni motivi per visitare Taiwan.

 

 

Africa

La mecca di tutti gli amanti del tube riding è sicuramente Jeffreys Bay in Sudafrica, dove si può scorrazzare per oltre trecento metri all’interno della Supertubes. Un’ottima destinazione per cominciare a imparare il surf è Muizenberg, ma anche i più esperti possono dirigersi verso Kalk Bay e Danger Reef (un nome non proprio rassicurante). Gli inconvenienti, come al solito, sono quelli del mare sudafricano: acque fredde e squali. Meglio allora volare in Marocco, verso Taghazoute: ne varrà la pena, non fosse altro per quell’unico mix di cultura africana e mediorientale che si respira nella città costiera. Il punto più apprezzato è il Killer Point, ma non fatevi spaventare dal nome: si riferisce alle numerose orche avvistate nell’area (in inglese killer whales).

 

 

Dal punto di vista del clima e dei paesaggi le Canarie sono tutte africane: e l’isola di Fuerteventura è la scelta migliore per cavalcare l’onda. The Bubble, sulla costa nord presso la spiaggia di El Jablito, è una piccola avventura tubolare che corre per pochi metri. E per questo la tipica allegria e accoglienza spagnola va a farsi benedire, poiché i locali non vedono di buon occhio i turisti che cercando di rubargli la loro onda. La battaglia per la conquista è un’impresa epica. In inverno un’ottima destinazione è Capo Verde: le onde di Ponta Preta si infrangono su un rischioso punto di rottura, e non è un caso che il significato del nome portoghese del break sia “punto nero”.

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